LA DEPERSONALIZZAZIONE COME LEVA FINANZIARIA 


Sono decenni che giocano sporco. Finora potevi averne soltanto qualche leggero sentore, qualcosa che ti strideva dentro, che ribolliva sotto, dei conti che non tornavano mai. 

Dicono: “Siamo tutti uguali” … Certo! Ma allora dovremmo anche essere messi tutti sullo stesso piano, ragion per cui i costi della povertà nel mondo li dovrebbero pagare i più ricchi, dato che sono enormemente ricchi, non i semipoveri. 

Dicono: “Non deve esserci nessuna diseguaglianza di religione, cultura, razza, genere ecc.”… 

Va bene, concordo, ma togliere le diseguaglianze non significa togliere le differenze, ognuno è quello che è, e nessun altro ha il diritto di cambiarlo. Perchè dovrei rinunciare alla mia identità che è quella che - di generazione in generazione a ritroso - viene dalla Resistenza, e prima dalla Rivoluzione russa, dalla Comune di Parigi, dalla Rivoluzione Francese. In Europa occidentale viviamo in paesi che hanno sì inventato il fascismo, ma anche e soprattutto il comunismo e l’anarchismo e, non ultima, la democrazia. Ma adesso tutte queste cose non sono più funzionali ai finanziatori di Blackrock e Vanguard. Perchè questo è il vero obiettivo: UCCIDERE OGNI SPIRITO RIBELLE E LIBERTARIO. E lo hanno fatto, e lo stanno facendo, non con il manganello del fascista (di cui spesso sono i figli o i nipoti), ma con l’ipocrisia del clericale, il buonismo falso e soffocante del democristiano, del prete. Stanno distruggendo la famiglia col metodo Bibbiano e col genitore 1 e 2, e non da adesso. Minoranze, differenze, povertà sono stati tutti pretesti ambiguamente usati per renderci più schiavi, non per liberarci. Non sono più giovane e adesso vedo molta più violenza diffusa contro tutti, donne, bambini, persone fragili, di quanta non ne vedessi trenta o quaranta anni fa. Tanta violenza vigliacca del prepotente sul debole. Viviamo in una società peggiore, più cattiva e violenta, nonostante che tutti quelli che sono al governo adesso, lo siano stati sempre negli ultimi trenta anni. Se c’era una violenza, un sopruso, un’ingiustizia, un torto che era funzionale alla loro narrazione, che faceva loro comodo, lo hanno sempre lasciato bellamente impunito, SEMPRE!

Era evidente che nella lotta a favore della povertà, telecomandata da Davos, la cosiddetta classe media si dividesse: la maggior parte doveva finire di sotto, quindi diventare povera come i più poveri, mentre l’altra parte (minoritaria) avrebbe avuto i vantaggi di mangiare gli avanzi sotto la tavola dei veramente ricchi. Un’ipocrisia totale che, negli ultimi due anni è diventata manifesta. A parole, tutti buoni, politicamente corretti, premurosi, petalosi ... poi però, con nonchalance, chiudono agli arresti domiciliari per due anni le persone per un raffreddore rafforzato, per fermare i mercati e non far scoppiare la bolla economica che loro stessi hanno creato. Si toglie il lavoro a chi si rifiuta di essere sottoposto a una sperimentazione con medicinali sulla cui efficacia e sicurezza i produttori sono i primi a non voler responsabilità. A parole sempre a difendere i diritti dei più deboli, poi però si è smantellato il sistema sanitario pubblico e si sono curati proprio i più deboli con la tachipirina e la vigile attesa, cioè nell’attesa che andassero al Creatore. In nome di un falso senso di responsabilità si sono costretti miliardi di persone SANE a farsi una terapia MEDICA genica e sperimentale di cui - nel mentre la si imponeva - si capiva già che era inefficace e pericolosa.


MA IL FINE QUAL È ALLORA?

Il fine è l’uniformità dei comportamenti collettivi perché, tramite quelli, si comanda il mercato, non soltanto l’offerta (tramite il possesso delle azioni di tutte le società quotate che producono tutto), ma addirittura la domanda. Sono i comportamenti collettivi a creare la domanda di un bene, di tutti i beni di consumo. questo e’ il fine.

Purtroppo c’è ancora chi, i più, non si rende conto del potere che hanno le parole, ma la verità è che dietro a tutto quello che sta accadendo c’è, più che un disegno politico, un (loro) bisogno economico. Qualcosa che questo capitalismo tecnocratico e disumanizzante non può esimersi dal ricercare. I cinesi sono già dei robottini, i russi non hanno bisogno di un popolo di robottini perché hanno un’economia che non si regge sulla speculazione e sui consumi, bensì sulle materie prime. In occidente invece, il capitalismo si muove attraverso leve economiche e speculative. Oggi, la più importante di esse, è il comportamento delle masse. Il poter determinare il comportamento delle masse significa possedere una potentissima leva finanziaria. Ai cinesi questa leva gliela ha data la dittatura e la mentalità confuciana. In occidente invece veniamo da tre secoli di progressiva individualizzazione e ricerca della liberà. Se, per ipotesi, fossi un grande capitalista e gestissi fondi a Wall Street e, per ragioni speculative, volessi che le persone comprassero scarpe di gomma, e loro invece fanno quello che gli pare e magari se le comprano di cuoio, io capitalista perderei una montagna di soldi. QUINDI, io capitalista che mi autodefinisco tale (perché non essendoci più comunisti, sono i capitalisti che continuano a parlare di capitalismo) devo fare in modo che il mio popolo (occidentale) si comporti cosa conviene a me. Il comportamento collettivo, in una società capitalistica avanzata, è la più potente leva economica. In una società capitalistica tutti i comportamenti individuali hanno valenza economica, i comportamenti collettivi aumentano esponenzialmente questo “valore” che è, appunto, una leva su come far “girare” i mercati. Se io posso decidere di far comprare a tutti le scarpe di gomma, decreto il successo delle fabbriche di gomma e il fallimento delle concerie. Se andate a vedere chi sono stati negli ultimi venti anni i premi nobel per l’economia troverete tutti studiosi, che in un modo o nell’altro, hanno avuto a che fare con l’economia comportamentale. Le teorie di Kahneman e Thaler, tanto per fare i due più importanti esempi, sono alla base del bombardamento persuasivo, propagandistico e cognitivo-intimidatorio che abbiamo sofferto negli ultimi due anni. Finora ci hanno servito come primo piatto  Kahneman e Thaler, come secondo arriveranno Harari e Attali. Al dessert credo che pochi di noi ci arriveranno  … semmai. 



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