LA NAVE VOLANTE, OVVERO LA RADICE DI ALCUNI DEI PROBLEMI GLOBALI DI OGGI!


SPIEGAZIONI E MOTIVAZIONI

Questo è un semplice articolo, non un trattato di economia finanziaria o di economia politica. Ciò non di meno, spero abbia la qualità di saper fare "sintesi". Quindi spero che serva più che a capire, a dare spunti di riflessione. Fornire elementi che ognuno poi potrà autonomamente fare e, per proprio conto sviluppare, in direzioni - mi auguro - diverse da quelle molto pessimistiche da me indicate. Prima di iniziare, una precisazione sul metodo. Le spiegazioni di un fatto, un qualsiasi fatto, possono essere anche molto complesse. Le motivazioni degli attori che hanno compiuto quel fatto, quell’atto, invece sono e devono essere quanto più possibile semplici da individuare e da comprendere. I criteri per cercare una motivazione (che lo ripeto è diversa da una spiegazione) sono quindi "semplicità" e "grandezza". Quanto più una motivazione è semplice, quanto più è “di grandi dimensioni”, tanto più è probabile. Quindi non vera, perché la verità la sa soltanto Dio, ma probabile. La motivazione più semplice e grande è quindi sempre la stessa: i soldi, un’enormità di soldi! Nessun complotto quindi, soltanto tanti, grandi, enormi interessi.


UN DUBBIO!

In questi due anni, nessuno, o quasi, ha preso un aereo per spostarsi; la vendita delle auto ha avuto un crollo verticale così come è accaduto alla maggior parte dei settori merceologici non collegati alle vendite on line. Hanno perso tutti, hanno perso tanto, eppure nessuna compagnia aerea o fabbrica di auto si è lamentata! Avete per caso sentito in tv l’amministratore delegato di una compagnia aerea o di una multinazionale dell’auto lamentarsi del lockdown? Vi siete domandati perché? Cosa significa questo atteggiamento remissivo e rinunciatario?

Significa che il capitalismo occidentale nel corso dell’ultimo secolo, e in maniera esponenziale nel corso degli ultimi 30 anni (causa la informatizzazione delle attività umane e il crollo del sistema sovietico ecc.), si è trasformato da capitalismo “tendenzialmente” di produzione e commercio, ad attività “prevalentemente” finanziaria, cioè gestione dei patrimoni accumulati. Ciò ha comportato che i flussi di ricchezza hanno cambiato dinamiche di collocamento e ricollocamento. Si è passati dalla “preminente” attività di produzione di ricchezza a quella della gestione dei patrimoni, arricchendosi con la speculazione finanziaria. Gestire la ricchezza, guadagnandoci, significa, prima o poi, mettere le mani in ogni ambito sociale. E ciò, principalmente, attraverso due strumenti: controllo indiretto e spesso occulto del potere politico; e passare da un sistema di produzione della ricchezza (fortemente tassato), ad uno di gestione della ricchezza che, oltre a richiedere molte meno spese di gestione, è basato su molti vantaggi fiscali (in quanto la rendita e la speculazione finanziaria sono tassate meno del commercio e del lavoro). “Bene – mi direte – “dimostralo!”


È SEMPLICE DA CONTROLLARE

È semplice, rispondo. È sufficiente andare su Yahoo Finance, o su un’altra piattaforma on line che fa lo stesso lavoro, e controllare chi sono gli azionisti di una qualunque società quotata in borsa. Si scoprirà così che 4 azioni su 10 di tutto il mercato azionario occidentale sono in mano ai soliti pochi fondi d’investimento. Se ad essi aggiungiamo le 2 o 3 maggiori banche d’investimento si passa a 6 azioni su 10. Ma non è finita qui. Infatti, questi soggetti non solo sono azionisti della società xyz, ma sono anche azionisti degli altri azionisti della società xyz. Così, se controllate gli azionisti di Pfizer, ad esempio, troverete Blackrock, Vanguard, State Street, Wellington ecc. Ma troverete anche “Bank of America Corporation”. Ora, se andate a controllare chi sono gli azionisti di “Bank of America Corporation”, troverete sempre Blackrock, Vanguard, State Street, Wellington. Quindi non solo sono azionisti, ma sono anche azionisti degli altri azionisti. Con un insieme di potere diretto e indiretto, riescono a controllare tutto, veramente tutto. Gli attori principali in commedia sono pochi e, tra i maggiori, quelli che hanno più influenza sulla vita sociale, politica e… militare del mondo sono: Blackrock, Vanguard, Wellington management group, Bridgewater, e le banche d’investimento J.P. Morgan, Goldman Sachs. Tutti loro gestiscono direttamente svariate decine di migliaia di miliardi di dollari. Per dare un'idea: potrebbero comprare tutti gli Stati Uniti, compresi gli alberi, le zolle di terra e i fiumi, e resterebbero lo stesso i più ricchi del pianeta. A questi gruppi aggiungiamone un altro: State Street Global Advisors (che gestisce 3.120 miliardi di dollari) che è la divisione di gestione degli investimenti di State Street Corporation (che ha 34.360 miliardi di dollari in custodia e amministrazione). Con il gioco di matrioske mostrato sopra con l’esempio Pfizer, tutti loro di fatto controllano e, indirettamente possiedono, tutto il mondo occidentale. Per farsi un'idea, segnalo questo articolo del Sole 24 ore qui il link, e questo che evidenzia i rapporti tra grandi fondi d'investimento e aziende di armi militari, qui il link.


CHI C’È DIETRO? E QUAL È IL PROBLEMA, ALLORA?

Dietro ci sono tutti i grandi ricconi del pianeta, compresa qualche testa coronata. Se andate a vedere la pagina web di Blackrock del board of directors (qui il linktroverete a capo di tutto un ebreo e come vice un arabo. A certi livelli non si fanno la guerra ma si arricchiscono insieme. Gli altri nomi, a parte uno, sono tutti - più o meno e in vari modi – soltanto dei rappresentanti dei ricconi del pianeta. Chi siano questi ultimi è cosa nota, o dovrebbe esserlo.


QUAL È IL PROBLEMA DUNQUE?

Il problema è che la speculazione finanziaria dà sì maggiori guadagni, ma si tratta di ricchezza, appunto, speculativa. Per farla breve: investire in borsa e guadagnare speculativamente ha meno rischi (se fatto come lo sanno fare loro), meno costi e meno tasse che non metterti a produrre e commercializzare un qualsiasi prodotto. Bene, ma se ti arricchisci pagando meno invece che produrre di più, quel che fai è “rosicare” la ricchezza altrui, non stai "creando" la tua propria ricchezza. Sei, in termini puramente tecnici, un parassita, perché ti arricchisci con la ricchezza altrui. Com’è possibile? Gli economisti parlano di due tipi di ricchezza: la ricchezza “materica” (termine mutuato dal gergo artistico), cioè relativa alla materia, alla ricchezza materiale (beni, fabbricati, manodopera, strumenti, apparecchiature, infrastrutture ecc.); e la ricchezza speculativa. Semplificando parecchio, la ricchezza speculativa è una ricchezza che non ha direttamente riscontro nella realtà materiale, ma soltanto nella valutazione che il mercato attribuisce a una determinata società quotata. Facciamo un esempio di fantasia. Una squadra di calcio di serie A ha una ricchezza materica (beni immobili posseduti, valore dei giocatori, infrastruttura logistica e organizzativa, patrimonio sociale ecc.) di 100 milioni di euro. Alla penultima giornata è seconda in classifica un punto dietro alla capolista e viene valutata dal mercato azionario, alla chiusura del venerdì, 120 milioni di euro. All’ultima domenica la capolista perde e la nostra squadra vince, aggiudicandosi così lo scudetto. Il lunedì dopo le sue azioni schizzeranno arrivando a farla valutare fino a 150 milioni di euro. Ora, dal venerdì sera al lunedì mattina la ricchezza materica, quella tangibile, è rimasta la stessa, ciò che è cambiato è la valutazione che il mercato dà a quella società. Quindi il guadagno di 30 milioni di euro in un solo fine settimana è un guadagno speculativo, cioè non ha un corrispettivo nella realtà, è soltanto un cambiamento di atteggiamento, di maggiore fiducia che gli investitori danno a quella società calcistica. Siccome sono anni e anni che le borse stanno nel loro insieme guadagnando, ciò significa che sta aumentando la differenza tra la ricchezza reale e quella valutata dai mercati, cioè speculativa.


LA BOLLA

Questo stato di cose conduce, prima o poi e in vari modi (che cambiano dalla composizione e costituzione del mercato in un determinato periodo storico) a quella che viene chiamata “bolla finanziaria”. Forse, però, adesso siamo davanti a qualcosa di più grosso della solita "bolla", forse siamo davanti alla più grande crisi di sistema del capitalismo. Lo dico come semplice ipotesi, è troppo presto per dare giudizi definitivi anche se forse (e ripeto questo avverbio per la terza volta) sarà troppo tardi intervenire una volta che questa ipotesi prenda consistenza. Comunque sia, a causa della pervasività dei maggiori fondi d’investimento in pressoché tutte le società quotate in tutte le borse del mondo e delle plusvalenze gonfiate che molti dei loro prodotti finanziari (alcuni dei quali sono artifici così metafisici che farebbero impallidire i neoplatonici!) la bolla si sta ingigantendo in maniera esponenziale. È ormai un girotondo di matrioscke. Ecco perché anche le società multinazionali che in questi due anni ci hanno rimesso un sacco di soldi sono state tutte zitte! Se salta il banco saltano anche loro. La speranza, un po’ di tutti gli interessati, era di poter rallentare le transazioni con la pandemia, ed è per questo che, ripetiamolo, nessuno dei “potenti” si è lamentato quando il mondo si è fermato per tutti quei mesi! Ma ha funzionato solo in piccola parte e, quindi, è facile prevedere che l’economia mondiale sia vicina a fare il botto. La forbice tra ricchezza reale e ricchezza “quotata” non è mai stata così larga. La classica “bolla” quindi, solo che questa sembra essere di dimensioni enormi, molto più grande di tutte quelle che l’hanno preceduta. Ciò in ragione dell’informatizzazione della società e del già citato riposizionamento delle società da produttrici a speculatrici. Analisti di primo livello come Ray Dalio (link qui e qui) e Peter Schiff e tanti altri, già da mesi stanno avvertendo che la crisi sta per arrivare e la bolla per scoppiare.
    Questi pochi gruppi (Blackrock, J.P Morgan ecc.) decidono le politiche degli stati, questa è la realtà. Proprio perché, a livello globale, viviamo nel momento più ricco della storia, viviamo anche nel momento economico di maggiore “sopravvalutazione”, e di maggior rischio. Un articolo del Sole 24 ore dell’inizio 2018, spiega molto bene i pericoli che corre il mercato, e la società tutta, quando il valore della borsa supera il pil (qui il link), ma soprattutto spiega come tutto ciò vada a vantaggio di pochi ricchi e a discapito dell’economia reale. Il 2019 è stato un altro anno molto buono 
per i mercati finanziari (qui il link a un articolo del Wall Street Italia), rendendo ancor più pressanti le paure che la bolla esploda o, peggio ancora, diventi una bolla di sistema, in grado cioè di far crollare tutto, non soltanto un settore.


UNA NAVE CHE NON NAVIGA, VOLA!

Il mondo finanziario è come una nave che “veleggia” tre/quattro e fino a otto metri sopra la propria linea di galleggiamento. 3 e 4 e 8 non sono numeri presi a caso, cito: “è noto ormai che per ogni dollaro o euro corrispondente a valore d'uso (economia reale) esiste in circolazione nelle borse (secondo il FMI ) un valore equivalente un po' maggiore. Così ce la racconta l'FMI. Secondo altre fonti però il valore della capitalizzazione nelle borse sarebbe da 4 a 8 volte superiore a quello del PIL planetario” (qui il link). Ci sono diversi metodi e indicatori per stimare quanto sia, almeno approssimativamente questo divario (qui link). Qualunque sia il reale coefficiente è un dato ormai assodato che la forbice si sta allargando (anche se solo in parte pertinente segnalo questo interessante articolo del Sole 24 ore qui il link). Questa è la radice del problema: la pervasività dei fondi d'investimento nel mercato azionario, la loro capillare presenza in quasi tutte le società quotate nelle borse occidentali! Ci sono ormai molti studi che corroborano queste tesi, uno famoso pubblicato nel 2019 è a firma di due noti studiosi dell’università di Harvard (qui il link). Quindi la questione è che chi (e stiamo parlando delle famiglie e dei più ricche al mondo, dei più grandi investitori e proprietari del pianeta) ha investito in tutti questi fondi e nelle maggiori banche d’investimento, rischia di veder il proprio patrimonio crollare. Non vorrete mica che questa gente (la più ricca al mondo e spesso da generazioni e generazioni) sia costretta a suicidarsi gettandosi già dai grattacieli di New York come nel 1929?!? Più prima che poi, arriverà una crisi che abbasserà la “nave” di quei metri in più. È inevitabile! I timonieri sperano di riuscire a pilotare questa “discesa” rendendola meno repentina e soprattutto perfettamente orizzontale in maniera tale che loro restino incolumi e noi paghiamo a rate o una tantum le loro rendite (magari con la svolta green) e lo facciamo in silenzio come ormai hanno ben capito siamo disposti a fare. Se per caso invece la nave dovesse abbassarsi in maniera asimmetrica il rischio è che ciò comporti l’affondamento. Speravano, come detto, che con i noti eventi degli ultimi due anni l’economia si sarebbe arrestata quel tanto che sarebbe stato sufficiente a sgonfiare la bolla. Ma la pandemia ha soltanto rallentato, e pure poco, una crescita speculativa esponenziale.


L’IMPERATIVO CATEGORICO

L'imperativo categorico è che la bolla non deve scoppiare (altrimenti ci rimettono i loro finanziatori, cioè i più ricchi del pianeta), ma deve venir riassorbita dall’economia reale, cioè pagata da noi. Qui la ragione di quello che abbiamo passato negli ultimi due anni e che passeremo nei prossimi. La svolta green però richiede tempi di attuazione troppo lunghi. C’è bisogno di drenare ricchezza più velocemente. E come si fa? Come sempre: con una guerra.


BOMBA O NON BOMBA ALLA FINE ARRIVEREMO A WALL STREET

A quel punto ci sono soltanto due possibili nemici a cui “prelevare” le ricchezze, oppure usare come pretesti per prelevare i soldi a noi: Russia e Cina (che di fatto possiede già metà Africa, Nigeria compresa). La Cina è troppo forte, USA, UK, Francia, Germania (Francia e Germania che in una qualche misura sono destinate a fare la fine di Grecia e Italia) ecc. ci fanno troppi affari, e poi il capitalismo cinese è molto simile a quello occidentale (che in realtà comprende anche i ricchi mediorientali), anche se ancora in fase “produttiva” tende anch’esso alla rendita. Inoltre, USA e Cina sono come “i ladri di Pisa” che di giorno litigano, ma di notte vanno a rubare insieme. Il nemico naturale è il capitalismo russo, cioè quello più arretrato dei tre. Se tornate a vedere il consiglio di amministrazione di Blackrock, non troverete nessun nome russo, fateci caso. Inoltre la Cina non si è piegata, né fatta infiltrare dal capitalismo finanziario vampiro e parassitario angloamericano. Fin quando la logica dei "ladri di Pisa" sarà superiore rispetto all'interesse nazionale cinese e personale della élite finanziaria occidentale, non ci sarà guerra globale con la Cina. Poi non si sa ...


QUESTIONE UCRAINA.

Senza entrare nella cronaca, fatto sta che sono stati gli USA e la NATO a portare i missili al confine russo. La volontà di “attaccare briga” è quindi occidentale. E perché? Perché una guerra - o uno stato di forte tensione - con la Russia potrebbe giustificare un repentino e massiccio “drenaggio” di denari (reali) dalle tasche dei cittadini (occidentali) verso le casse dello stato e da queste verso i creditori dei titoli di stato, cioè banche fondi ecc. Insomma ritornerebbe a girare denaro fresco (pagato da noi, lo ripeto perché … insomma … è rilevante!) nell’alta speculazione finanziaria. Probabilmente ad innescare la crisi salva banche e condanna cittadini basterà la paura della guerra, senza bisogno che scoppi davvero. Speriamo. Se scoppierà la guerra o meno, però, non dipenderà né dal gas, né da quello che vi racconterà il TG, bensì soltanto se questo massiccio prelievo forzoso su scala globale funzionerà oppure no


COME FINIRÀ

Come finirà nei dettagli non lo so, nessuno lo sa, di sicuro però finirà male. Ripeto quel che scrissi alcuni mesi fa, è miope, adesso aggiungo “ottuso” non voler vedere che questione vaccini, politiche del lavoro, green pass, politiche economiche e sociali del governo dei migliori, sono tutti elementi legati tra loro. Il minimo comune multiplo si chiama debito pubblico, ecco perché in Italia più che negli altri paesi siamo ancora legati a un pass e ci resteremo a lungo, sempre più legati e sempre più poveri.


IN ESTREMA SINTESI

Negli ultimi 30 anni il grande capitale mondiale (le note famiglie coronate e/o di ricconi) è stato raccolto dove rendeva di più, e cioè nelle banche e nei fondi d’investimento. Questi hanno investito in tutte le società (che valgono qualcosa!) quotate in borsa. Data la loro pervasività (cioè presenza nell’azionariato di tutte le società del mondo occidentale) hanno creato nel corso degli anni dei guadagni enormi, spaventosi. Problema!!! Quella creata è in buona parte ricchezza relativa alla valutazione delle azioni delle società quotate, non ricchezza “materiale”. E quando questa ricchezza “finanziaria” aumenta a dismisura e si allarga la forbice con la ricchezza realmente prodotta, cosa succede? Succede che si crea una bolla speculativa! Le bolle ... o scoppiano, o si riassorbono (o tutte e due le cose in proporzioni variabili). Se scoppia succede come nel 1929 che i banchieri si gettano giù dai grattacieli; se si riassorbe significa che la bolla viene sgonfiata con “l’iniezione” di denaro reale, vero. E come si fa a iniettare ricchezza reale dentro ai fondi d’investimento e alle banche d’affari? Semplice: attraverso la tassazione ai cittadini. Aumentano le tasse che vanno nelle casse dello stato, con quei soldi lo stato paga il debito pubblico. E a chi lo paga? A chi detiene i titoli di stato, cioè alle banche!!! I fondi europei che "fanno finta" di finanziarci e invece ci indebitano e la guerra (o la paura della guerra) sono quindi funzionali a giustificare l’abnorme aumento delle tasse, soprattutto delle bollette (che sono una fonte sicura e cospicua di denaro). Perché ... sia chiaro, non c’è nessuna reale crisi energetica!!! C'è una crisi umana.




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